Le specie invasive in Spagna sfiorano ormai le 200. Tra uccelli, piante e animali che modificano gli ecosistemi per sopravvivere, ce n’è uno che è diventato una minaccia diretta. A Salamanca ne sono già consapevoli, ed è per questo che stanno cercando volontari per fermarne uno che da anni sta guadagnando terreno. Il problema è che questo mollusco intasa le tubature, distrugge le specie autoctone e per fermarlo occorrono tempo e manodopera.
La specie invasiva che sta devastando Salamanca
La specie invasiva che sta causando danni a Salamanca si chiama vongola asiatica (Corbicula fluminea) ed è arrivata nei fiumi spagnoli dall’Asia, nascosta nelle esche da pesca o attaccata alle imbarcazioni. Da allora, ha trovato qui il luogo perfetto per riprodursi e il Tormes è diventato uno dei suoi habitat preferiti.
Questo piccolo bivalve di appena cinque centimetri ha una capacità riproduttiva esagerata: può liberare fino a 100.000 larve nel corso della sua vita. Si adatta rapidamente, non risente dei cambiamenti di temperatura e sposta senza problemi le specie autoctone.
Inoltre, quando colonizza una zona, alterando la catena alimentare e ostruendo canalizzazioni, filtri e irrigazioni.
È più comune trovarla in zone di acqua stagnante, con scarsa portata, dove si accumula sotto i sedimenti. Si nutre filtrando l’acqua e sfruttando qualsiasi residuo organico. Non ha bisogno di molto per prosperare.
Dal suo arrivo nel Tormes, ha costretto a cambiare le routine e le priorità nella conservazione del fiume. Ogni volta che appare una nuova colonia, è necessario intervenire, perché se non viene controllata in tempo, la sua espansione è inarrestabile.
Salamanca si organizza per fermare il mollusco invasore
L’attività consisterà nel campionamento e nella rimozione della vongola asiatica, proseguendo il lavoro iniziato nel 2022. L’idea è duplice: continuare a valutare la situazione e ridurre la popolazione di questo invasore silenzioso.
Cosa si fa per fermare la vongola asiatica
Eliminare una specie invasiva non è facile. Con la vongola asiatica, le opzioni sono limitate, ma non impossibili. In aree delimitate, si ricorre al controllo manuale, rimuovendole una ad una. Si installano anche filtri che bloccano il passaggio delle larve, oppure si applicano trattamenti termici in vasche chiuse, dove il calore uccide la maggior parte degli esemplari.
Un altro fronte è quello chimico, soprattutto su imbarcazioni o attrezzature che possono trasportare larve senza saperlo. E, naturalmente, la sensibilizzazione: evitare di usarla come esca, pulire bene tutto il materiale da pesca e non trasferire acqua o vegetazione da un fiume all’altro.
A livello legale, dal 2013 è inclusa nel Catalogo spagnolo delle specie esotiche invasive. Il suo utilizzo come esca è vietato in Castiglia e León, e anche in altre comunità sono state introdotte restrizioni simili.
Il problema è che, nonostante le misure, l’espansione continua. Il progetto europeo Life+ InvaSep aveva già segnalato il rischio un decennio fa, e la realtà lo conferma.