Negli ultimi mesi, la diversità della fauna mondiale ha subito una dura battuta d’arresto a seguito dell’estinzione di una nuova specie. Conosciuto come Numenius tenuirostris, il becco a canestro, questo uccello migratore ha visto ridursi la sua popolazione del 96%, venendo dichiarato praticamente estinto. Infatti, dobbiamo tornare indietro di tre decenni per confermare l’ultimo avvistamento di questo animale in Marocco.
Dall’estinzione alla speranza: il canto a campana del pappagallo notturno risuona dopo un secolo
In sintesi, la distruzione dei suoi habitat e la caccia intensiva hanno portato a questo drammatico finale per il Numenius tenuirostris, un esempio che, purtroppo, non è unico. Ad oggi ci sono più di 46.300 specie in pericolo di estinzione, di cui 81 allo stato selvatico.
In questo contesto, dobbiamo collocarci nella riserva naturale di Ngururrpa, situata nel nord-ovest dell’Australia, luogo in cui ha avuto luogo uno dei ritorni più attesi dell’ornitologia. Un gruppo di ricercatori ha rivelato l’esistenza e avviato uno studio per cercare di localizzare un uccello che si credeva estinto da un secolo. Il pappagallo notturno (Pezoporus occidentalis) è stato uno degli esemplari più sfuggenti per la comunità scientifica. Questo piccolo ed esotico uccello vive solo in Australia ed è stato classificato come in pericolo critico dal 2021 dall’International Union for Conservation of Nature (IUCN).
“Il pappagallo notturno (Pezoporus occidentalis) era una specie scomparsa per gran parte del XX secolo, ma ora si sa che vive in remote praterie di spinifex in quantità criticamente basse”, ha dichiarato in un comunicato l’Agenzia scientifica nazionale australiana (CSIRO), che ha definito questa specie “una delle più misteriose dell’Australia”. Come sottolineano gli esperti, il declino di questa specie è stato causato principalmente dalla «perdita di habitat e dalla predazione da parte di gatti e volpi», che ne hanno ridotto drasticamente la popolazione al punto da farla scomparire per un intero secolo. In particolare, come ha sottolineato Leo Joseph, direttore della National Wildlife Collection of Australia, le ultime registrazioni di questo animale risalgono al 1912.
Ora, la nuova ricerca pubblicata su Wildlife Research riporta come il team di ricercatori, insieme alla popolazione indigena della zona, abbia installato diversi registratori audio nel Grande Deserto Sabbioso tra il 2020 e il 2023. Con loro grande sorpresa, sono riusciti a catturare il canto dell’uccello, che assomiglia a una campana. Di conseguenza, sono riusciti a rilevare la presenza di pappagalli notturni in una trentina di siti, suggerendo che potrebbero esistere almeno 50 esemplari di questa specie.
L’ultimo esempio di una lunga lista
Il caso del P. occidentalis non è unico. Nel corso della storia, diverse specie che si credevano estinte sono state riscoperte, dimostrando la resilienza della natura e l’importanza della conservazione.
Tra i casi più importanti vi sono la tartaruga gigante di Fernandina, che non si vedeva dal 1906 ed è stata riscoperta nel 2019, e l’insetto stecco dell’isola di Lord Howe, considerato estinto dal 1930 e ritrovato nel 2001. Altri esempi includono l’autillo rajá del Borneo, avvistato nel 2021 dopo oltre un secolo senza segnalazioni, o il topo del Monte Pinatubo nelle Filippine e la procellaria delle Bermuda, riscoperta nel 1951 dopo diversi secoli.
Queste riscoperte sottolineano l’importanza di monitorare e proteggere la biodiversità, poiché specie considerate estinte possono sopravvivere in habitat remoti o in condizioni inaspettate.