Kubota ha presentato il primo trattore autonomo a idrogeno al mondo, un prototipo da 100 cavalli in grado di funzionare per mezza giornata, all’Expo 2025 di Osaka. La macchina utilizza energia da celle a idrogeno insieme alla navigazione autonoma basata sull’intelligenza artificiale e al controllo remoto, per affrontare la carenza di manodopera e la sostenibilità in agricoltura. Questa innovazione arriva in un momento in cui il Giappone sta affrontando una grave crisi demografica. Il Paese ha perso quasi un milione di abitanti nel 2024, triplicando il numero dei decessi rispetto alle nascite. La popolazione agricola giapponese è passata da 2,05 milioni nel 2010 a 1,23 milioni nel 2022, con un’età media di 68,4 anni. Il 70% degli agricoltori ha più di 65 anni, rispetto al solo 34% negli Stati Uniti e al 9% in Germania.
Tecnologia a idrogeno per una maggiore autonomia
A differenza dei trattori elettrici a batteria, il modello a idrogeno di Kubota offre una maggiore potenza e un tempo di funzionamento più lungo, senza produrre emissioni di CO₂. Il trattore funziona con una cella a combustibile a idrogeno che offre mezza giornata di funzionamento tra un rifornimento e l’altro, un tempo di funzionamento necessario per l’uso agricolo. Questo vantaggio tecnico è importante nel settore agricolo, dove lunghe giornate di lavoro e potenza costante sono requisiti indispensabili.
La scelta dell’idrogeno rispetto alle batterie elettriche risponde alle limitazioni pratiche del campo. Mentre i trattori elettrici richiedono frequenti soste per la ricarica e offrono una potenza inferiore, il sistema a idrogeno consente un funzionamento continuo con la potenza necessaria per i lavori agricoli pesanti. Questa tecnologia pone il Giappone all’avanguardia nel settore delle macchine agricole sostenibili.
Intelligenza artificiale per la navigazione autonoma
Come sottolinea Fuel Cell Works, il sistema di telecamere con intelligenza artificiale del trattore gli consente di rilevare e fermarsi in modo sicuro quando compaiono persone o ostacoli nel campo. Questa capacità di riconoscimento visivo è importante per la sicurezza nelle operazioni agricole senza equipaggio. Il trattore è in grado di distinguere tra diversi tipi di ostacoli e di rispondere in modo appropriato, dal fermarsi in presenza di esseri umani all’aggirare oggetti inanimati.
Il funzionamento remoto consente la supervisione fuori sede, una caratteristica progettata per alleviare la pressione sulla forza lavoro agricola giapponese, dove la carenza di lavoratori e l’invecchiamento della popolazione stanno esercitando pressione sulla produttività. “Presto condurremo un esperimento dimostrativo e continueremo lo sviluppo verso l’applicazione pratica”, ha dichiarato Isamu Kazama, uno dei principali sviluppatori di Kubota.
Espansione verso altri settori chiave
La crisi demografica giapponese ha dato impulso all’automazione in diversi settori vitali. Nel campo dell’assistenza sanitaria, l’Università di Waseda ha sviluppato AIREC, un robot umanoide di 150 chilogrammi in grado di assistere gli anziani. Questo prototipo è in grado di eseguire manovre delicate come girare delicatamente gli anziani per prevenire le piaghe da decubito o cambiare i pannolini. “Data la nostra società molto invecchiata e il calo delle nascite, avremo bisogno del supporto dei robot nella nostra vita quotidiana”, ha spiegato Shigeki Sugano, professore che guida la ricerca.
Anche il settore sanitario sta adottando i robot per compensare la grave carenza di personale. L’ospedale universitario di Nagoya utilizza quattro robot sviluppati dall’Università di Nagoya e dalla Toyota Industries Corp per ridurre il carico di lavoro del personale durante il turno di notte, con funzioni principali di distribuzione dei farmaci e analisi dei campioni tra i piani. Nel settore dell’assistenza agli anziani, c’è solo un candidato ogni 4,25 posti disponibili.
Il Giappone è leader mondiale nella produzione di robot, rappresentando il 38% della produzione globale. L’industria automobilistica giapponese ha installato 13.000 robot industriali nel 2024, con un aumento dell’11% rispetto all’anno precedente. Questa massiccia automazione non è facoltativa, ma una necessità economica: con il 30% della popolazione sopra i 65 anni e proiezioni che raggiungono il 40% entro il 2070 , la tecnologia robotica è diventata l’alternativa praticabile per mantenere in funzione i settori essenziali di fronte alla carenza di lavoratori umani.