Fino a stamattina tutto andava bene. Il giorno prima i vostri pomodori erano ancora di un rosso brillante, con la buccia tesa e quella promessa di dolcezza che si riconosce al primo sguardo. Poi, in una notte, tutto è cambiato. Dei macchi scuri hanno invaso i frutti. Alcuni pomodori si sono ammorbiditi, altri sono ricoperti da una peluria grigia, quasi ammuffita. Il cuore si stringe. Non è stata una dimenticanza nell’irrigazione, né un errore di potatura. È stata la pioggia. Settembre, con le sue notti fresche e i suoi acquazzoni imprevedibili, è una trappola per i giardinieri. Una trappola che si insinua silenziosamente, approfitta dell’umidità e attacca le piante più cariche. La cosa più fastidiosa è che questo accade proprio nel momento in cui il raccolto prometteva il meglio. Come può un tempo così banale rovinare in pochi giorni ciò che avete curato per mesi? La risposta è biologica, ma anche molto concreta.
Perché la pioggia di settembre provoca il marciume dei pomodori?
La pioggia, di per sé, non è nemica dei pomodori. Sono le sue conseguenze a creare problemi: umidità stagnante, mancanza di aerazione, temperatura che scende durante la notte. Questa combinazione crea un ambiente perfetto per un ospite che tutti i giardinieri temono: la Botrytis cinerea, meglio conosciuta come muffa grigia.
Questo fungo opportunista si sviluppa non appena l’aria è satura di umidità. Ama i tessuti vegetali indeboliti, i frutti maturi e le zone del fogliame dove l’acqua impiega molto tempo ad asciugarsi. A settembre, i pomodori sono spesso maturi, le foglie sono dense e le piante, esauste dalla stagione, sono molto più vulnerabili.
Il problema è che la pioggia cade spesso in un momento in cui si abbassa la guardia. Le azioni di vigilanza quotidiane, come ispezionare le foglie o potare i rami, diventano più rare ed è qui che il fungo colpisce.
Quali sono i segni da non trascurare dopo la pioggia?
Tutto inizia con una piccola macchia brunastra su un pomodoro. Non ha odore, non cola, ma si espande. In meno di 48 ore può comparire una peluria grigia. Si tratta delle spore della Botrytis, pronte a volare via al minimo contatto per contaminare altri frutti.
Anche le foglie mostrano rapidamente dei segni. Se sono molli, punteggiate di macchie nere o emanano un odore di muffa, è necessario agire. Non aspettate di vedere cadere i frutti: la propagazione può essere fulminea, soprattutto se è prevista una nuova pioggia.
Come proteggere i pomodori dopo le prime piogge?
La chiave è la reattività. Dopo ogni pioggia, recatevi in giardino il prima possibile, idealmente non appena le foglie si sono asciugate. Rimuovete tutte le parti colpite: frutti, foglie, steli, senza esitare. Utilizzate delle cesoie pulite e disinfettate tra una pianta e l’altra per evitare la contaminazione incrociata.
Cosa fare? Tagliare largo. Un pomodoro colpito, anche leggermente, non si riprende. Meglio perderne uno che un’intera pianta. Gettate i rifiuti in un sacchetto chiuso, soprattutto non nel compost, per non dare una seconda possibilità alle spore.
Ricordatevi anche di arieggiare le vostre piante. Eliminate le foglie basse, distanziate le piante e raddrizzate i rami per evitare il contatto con il terreno. Meno umidità ristagna, meno il fungo può svilupparsi.
Esistono varietà di pomodori meno sensibili alla muffa?
Sì, alcune varietà sono più resistenti. I pomodori a polpa soda come il Roma o il Cornue des Andes, spesso più affusolati, sono meno soggetti alla Botrytis rispetto alle varietà rotonde e carnose. Si asciugano più rapidamente dopo la pioggia e il loro fogliame è generalmente meno denso.
Ma nessuna varietà è completamente immune. L’essenziale rimane la prevenzione: un terreno ben drenato, un’irrigazione mirata (preferibilmente al mattino) e un controllo regolare fin dalle prime rugiade di settembre.
Bisogna buttare via tutto se il piede è colpito?
Non necessariamente. Se l’attacco è localizzato, è possibile salvare il resto del piede. Tagliate immediatamente le parti colpite, quindi monitorate l’evoluzione. Alcuni pomodori leggermente colpiti possono essere cucinati, a condizione di rimuovere accuratamente la zona danneggiata e di consumarli cotti (ad esempio in salsa o zuppa).
Se invece l’odore diventa forte o la peluria si diffonde, è meglio strappare la pianta. Un focolaio mal controllato può contaminare tutto il resto dell’orto in pochi giorni.
Cosa fare ora per limitare i rischi?
Settembre è ancora un periodo in cui tutto può cambiare, in un senso o nell’altro. Se avete ancora pomodori sulle piante, agite rapidamente. Potate, arieggiate, controllate dopo ogni pioggia. E se state iniziando il vostro orto, prendete nota fin da ora degli errori da evitare per il prossimo anno.
Ogni stagione è diversa, ma la logica del suolo e del clima è la stessa ogni anno. E voi, qual è il vostro trucco per mantenere i pomodori sani fino all’autunno?