Se uniamo i termini “tesoro” e “profondità marine”, alla maggior parte delle persone viene in mente un grande scrigno pieno di oro e gioielli. Tuttavia, per gli scienziati, il premio non ha nulla a che vedere con il suo valore economico. In un’ultima spedizione per studiare la superficie del Mare del Nord è stato scoperto un fatto che potrebbe cambiare il mondo come lo conosciamo. La rivista African in Space lo definisce “il più grande tesoro mai trovato sotto l’oceano”. Stiamo parlando dell’idrogeno verde e nelle profondità del Mare del Nord c’è il potenziale per estrarne quasi 45.000 tonnellate all’anno. Con questi dati, faremmo un passo da gigante nella lotta contro il cambiamento climatico e non dipenderemmo così tanto dai combustibili fossili.
Ecco cos’è l’idrogeno verde, il principale avversario dei combustibili fossili

Ci sono diversi motivi per cui gli esperti considerano l’idrogeno verde un’alternativa pulita e sostenibile all’attuale inquinamento. In primo luogo, quando viene bruciato o utilizzato, questa sostanza rilascia vapore acqueo, senza anidride carbonica o sostanze inquinanti. Inoltre, per ottenerlo si utilizza l’elettrolisi dell’acqua, il che rende la sua impronta di carbonio minima.
Un’altra funzione chiave che può essere attribuita all’idrogeno verde è lo stoccaggio di energia rinnovabile, poiché questa sostanza consente di immagazzinare l’energia solare o eolica in eccesso per utilizzarla in un secondo momento. In questo modo si potrebbe risolvere il problema delle energie rinnovabili, che non sono costanti.
Tuttavia, per arrivare a tutte queste ipotesi, è necessario superare alcune difficoltà. La prima è l’importante costo economico che comporterebbe la costruzione dell’infrastruttura per la sua produzione, tenendo conto anche del fatto che sarebbe in alto mare. Non si può inoltre ignorare che la normativa europea non è adatta a questa nuova sostanza, nonostante il Vecchio Continente potrebbe diventare il leader mondiale nella produzione di idrogeno verde.
