Sul fondo di un lago italiano è stata rinvenuta una piccola statua di argilla, creata più di tremila anni fa, che conserva le impronte digitali della persona che l’ha modellata. La scoperta ha lasciato perplessa la comunità scientifica e solleva nuove domande sulle pratiche e le credenze dell’età del ferro.
Ecco com’è la statua di 3000 anni fa rinvenuta in Italia: conserva intatte le impronte umane
L’oggetto è stato localizzato durante gli scavi nel sito sommerso di Gran Carro di Bolsena, nel lago di Bolsena in Italia. Secondo quanto riferito dalla Sovrintendenza Archeologica e Belle Arti del Paesaggio della Marca d’Etruria, il pezzo corrisponde a una figura femminile in argilla, di circa 15 centimetri, datata tra il X e il IX secolo a.C.
La cosa più sorprendente è che conserva le impronte digitali di chi l’ha fabbricata, con una nitidezza che gli esperti definiscono “fresca”. Le analisi preliminari hanno rivelato un altro dettaglio sorprendente: la statuetta non è mai stata cotta in un forno, il che teoricamente la rendeva estremamente vulnerabile al passare del tempo.
D’altra parte, dopo oltre 3.000 anni sott’acqua, si è conservata in condizioni eccezionali.
Come si sono conservate le impronte sulla statua di argilla
Lo stato di conservazione della statuetta ha aperto un dibattito nella comunità archeologica. Il lago di Bolsena, di origine vulcanica, ha acque termali che raggiungono i 40 °C e possiedono un’alta concentrazione di minerali.
Secondo gli esperti, questo ambiente chimico e geologico unico potrebbe aver creato le condizioni ideali affinché un oggetto così fragile resistesse per millenni senza disintegrarsi.
Il Ministero della Cultura italiano ha sottolineato che questo tipo di conservazione è eccezionale e che l’oggetto, nonostante la sua semplicità, rappresenta una risorsa di enorme valore per comprendere la vita quotidiana e le pratiche rituali nell’età del ferro.
Significato della statua nella vita domestica dell’età del ferro
A differenza di altre figure simili rinvenute in contesti funerari, questa statuetta è stata trovata in quello che era un insediamento costruito su palafitte, all’interno di un’area residenziale. Per i ricercatori, questo dettaglio suggerisce che potrebbe aver avuto un carattere votivo o rituale legato alla sfera domestica.
L’ipotesi più diffusa è che la figura fosse utilizzata in cerimonie familiari o come oggetto protettivo all’interno della casa. Le piccole dimensioni del pezzo, che sta nel palmo di una mano, rafforzano questa interpretazione, collegandola a un uso personale piuttosto che pubblico.
Il lago di Bolsena, un tesoro archeologico in Italia
Il lago di Bolsena non è una novità per gli archeologi. Dal 1991 sono stati documentati nelle sue acque resti di abitazioni, frammenti ceramici, monete e persino strutture in pietra.
L’enclave, situata in quello che era territorio etrusco, costituisce un vero e proprio archivio naturale sott’acqua, dove le condizioni ambientali hanno permesso di conservare vestigia che in altri contesti sarebbero andate perdute.
Il ritrovamento della statuetta con impronte digitali intatte si aggiunge così a una lunga lista di scoperte che continuano a fornire informazioni sulle credenze delle civiltà che abitavano la penisola italiana migliaia di anni fa.