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«È uno dei lavori più importanti dell’autunno» da fare nel vostro giardino

A settembre è il momento di occuparsi delle erbacce nel giardino, quelle erbe indesiderate che proliferano a scapito delle altre piante. Il periodo autunnale è propizio per questo compito di grande interesse, che prepara la primavera successiva. È quindi necessario diserbare sia le piante perenni che quelle annuali. E non è solo una questione estetica. «È uno dei lavori più importanti dell’autunno», afferma Pierre, capo giardiniere del roseto Truffaut. Diserbare a settembre permette di eliminare le erbacce che sono spuntate in estate, ma anche di impedire che ricrescano rigogliose in primavera». Si tratta di un’azione preventiva, che impedisce loro di continuare il loro ciclo riproduttivo. «Se si lascia che le piante indesiderate crescano e facciano la fotosintesi, diventeranno più grandi», precisa il professionista. Intervenire ne limita il rafforzamento. Questo diserbo autunnale faciliterà quindi il lavoro del giardiniere in primavera, poiché nel giardino ci saranno poche o nessuna pianta infestante. Ma permette anche di avere un terreno pulito per piantare le colture autunnali.

Limitare la concorrenza per le piante

Eseguire questa operazione in questo periodo offre un indubbio vantaggio per le vostre future piantagioni, poiché permette di avere meno concorrenza radicale per la crescita delle piante in primavera. «Le piante indesiderate sono molto robuste, con un apparato radicale profondo. Si adattano bene al terreno e assorbono i minerali molto più rapidamente delle piante giovani”, spiega Pierre. Questo mette in difficoltà le piantine.

Per un’operazione di successo, le erbacce indesiderate devono essere rimosse al momento giusto, cioè prima che producano semi o germogli. «Altrimenti è troppo tardi, sottolinea il capo giardiniere, saranno molto resistenti e troppo ben adattate al terreno. Senza dimenticare che si riseminano molto bene e che le loro radici si diffondono troppo rapidamente». È quindi necessario strappare i cardi quando fioriscono, perché questo li indebolisce, ma quando sono in boccio o quasi fioriti sono già forti.

Egli raccomanda di raccogliere bene tutte le piante indesiderate estirpate e di mettere nel compost solo quelle che non hanno ancora prodotto semi, a meno che non siate certi che sia ben fatto, cioè che raggiunga una temperatura elevata (70 °C). Il rischio è infatti che i semi germoglino e non vengano sterilizzati, ma anche che i germi delle malattie non esplodano. Inoltre, quando metterete il compost nel vostro orto, sul terreno, i semi ricominceranno a germogliare.

Preferite il diserbo manuale

In autunno, le erbacce indesiderate sono più facili da estirpare perché il terreno è più soffice a causa delle piogge. Il diserbo è quindi più piacevole e potete estirpare più facilmente le radici.

«La tecnica migliore è quella di stare a terra, a quattro zampe, con un coltello da diserbo», afferma Pierre. Non utilizzate assolutamente il motocoltivatore perché spezza le erbacce. Questo crea tante talee quanti sono i pezzi». Fate attenzione anche all’uso della zappa perché taglia solo la parte aerea e lascia le radici. È necessario avere pazienza. Per i terreni di grandi dimensioni, poco compatibili con il diserbo manuale, il nostro esperto consiglia di coprire la zona da diserbare con un telone nero. Ma è necessario lasciarlo sulla zona per uno o due anni per soffocare le erbacce.

L’immancabile pacciamatura

Ma affinché questa diserba autunnale sia efficace, è necessario pacciamare in seguito, perché «un terreno coperto è un terreno prospero, mentre un terreno nudo è un terreno rovinato», come ama ripetere il giardiniere esperto. La pacciamatura consentirà di avere un giardino pulito in primavera, con un terreno arricchito dai lombrichi. Un altro vantaggio: mantiene l’umidità, molto utile se l’inverno è secco, e protegge dal freddo. “Grazie alla pacciamatura, il giardino ripartirà bene con un buon humus, un terreno più aerato e le erbacce indesiderate ricresceranno un po’ meno vigorose. Sarà possibile controllarle”, sottolinea Pierre.

A titolo personale, preferisce una pacciamatura organica, in particolare con trucioli di legno di qualità e «senza conifere, altrimenti le vostre piante faranno il muso». Lo svantaggio della pacciamatura vegetale è che ogni anno bisogna aggiungerne altra per nutrire il terreno e quindi le piante. Ma riconosce che non esiste una regola universale, bisogna adattare la tecnica della pacciamatura al clima, alle specificità del terreno, osservare il terreno, fare delle prove e vedere cosa si adatta meglio al terreno.

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