Netclean, il sistema ideato da quattro studenti del Centro Integrado de FP Valentín Paz Andrade di Vigo con il coordinamento del professore Carlos Lamela Pazos, segna un passo deciso verso una formazione professionale galiziana più innovativa e impegnata nelle sfide reali del territorio. Si tratta del primo brevetto registrato dal Centro Galego de Innovación da FP Eduardo Barreiros e, sebbene non sia ancora stato testato in un ambiente reale, il prototipo sviluppato rappresenta una soluzione promettente per la gestione sostenibile delle acque reflue nelle zone rurali.
Implicazioni del progetto

Questo progresso nasce nell’ambito del concorso InnovaTech FP, che promuove la collaborazione tra centri educativi e aziende. In questo caso, Viaqua, specializzata nel trattamento delle acque, ha lanciato una sfida concreta: migliorare l’efficienza e la sostenibilità nella pulizia delle griglie delle fosse settiche rurali, molte delle quali non sono collegate alla rete elettrica e sono di difficile accesso.
Il team composto da Desiré Narciso, David Gallego, Santiago Rodilla e María Eugenia López, insieme al professor Carlos Lamela Pazos, ha risposto con Netclean, un sistema autonomo che integra un idrovite per la generazione di energia, un meccanismo di pulizia automatica e sensori collegati a un sistema di controllo remoto.
Sebbene il sistema non sia ancora stato testato in condizioni reali, il prototipo funzionante permette di visualizzarne il potenziale: ridurre la manutenzione manuale, prevenire intasamenti, minimizzare i rischi sul lavoro e migliorare l’efficienza energetica in fosse che spesso presentano molteplici limitazioni tecniche.
Questo meccanismo si basa su un’idea semplice ma potente: utilizzare il flusso dell’acqua stessa per generare energia pulita. Grazie a una coppa di Pitagora, viene mantenuto un flusso costante che attiva un idrovite, un dispositivo che converte l’energia idraulica in elettricità.
Con questa elettricità viene alimentato un sistema di pulizia composto da un rastrello o spazzola mobile che percorre la griglia, un mandrino e un cestello di raccolta dei solidi, il tutto monitorato da sensori che trasmettono dati in tempo reale.
Coppa di Pitagora
La coppa di Pitagora è un recipiente progettato con un tubo interno a forma di sifone che, al raggiungimento di un certo livello di liquido, provoca lo svuotamento completo del contenuto. Finché il liquido non supera tale livello, la coppa funziona normalmente, ma se si riempie eccessivamente, il sistema a sifone si attiva e scarica tutto il contenuto attraverso la base. È un classico esempio di come un design semplice possa controllare il comportamento di un fluido senza bisogno di meccanismi esterni.
Oggi questo principio viene applicato in sistemi che richiedono una regolazione automatica della portata, come in alcuni impianti idraulici o progetti di risanamento autonomi. Nel caso del sistema Netclean, la coppa di Pitagora permette di liberare acqua a pressione costante su un idroschermo, generando energia senza bisogno di pompe o elettricità esterna, il che rafforza l’autonomia e la sostenibilità del sistema.
Un’opportunità di mercato con impatto sociale

L’invenzione è stata registrata come modello di utilità, una modalità di protezione industriale che conferisce ai suoi creatori il diritto esclusivo di sfruttamento per dieci anni.
Ciò consente agli studenti e al docente coordinatore di commercializzare il sistema, esplorare accordi di collaborazione con amministrazioni o aziende, o estenderne l’applicazione ad altri contesti simili.
Al di là del riconoscimento legale, il valore del progetto sta nel suo approccio. Propone una tecnologia adatta alle zone rurali, pensata per luoghi dove le soluzioni convenzionali non funzionano.
La generazione locale di energia idraulica con un design ispirato alla coppa di Pitagora permette di alimentare il sistema senza dipendere dalla rete elettrica, aprendo nuove possibilità per i servizi di base decentralizzati.
Potenziale
Netclean pone una domanda fondamentale: come possiamo applicare l’innovazione a infrastrutture invisibili ma essenziali come le fosse settiche? Il suo approccio, sebbene ancora in fase di prototipo, offre risposte realistiche e applicabili alle sfide frequenti nella Galizia rurale e in altre zone simili.
Questo tipo di tecnologie potrebbe:
- Migliorare i servizi igienico-sanitari nei villaggi sparsi, senza la necessità di costosi lavori o grandi reti.
- Ridurre l’impronta ecologica associata al trasporto e alla manutenzione dei sistemi di trattamento delle acque.
- Servire da modello per altri progetti di microgenerazione energetica locale, utili nell’agricoltura, nell’allevamento o nel turismo rurale.
- Dare potere agli studenti e alle comunità affinché sviluppino le proprie soluzioni a problemi concreti.
Affinché queste iniziative diventino realtà, è necessario continuare a puntare su una formazione professionale che non solo formi, ma innovi, colleghi e trasformi. Netclean non è una soluzione definitiva, ma un passo coraggioso verso un futuro in cui la sostenibilità inizia dall’aula. E soprattutto, dall’impegno a livello locale.
