Nel 1962, Heinz Stücke lasciò Hövelhof, la sua città natale in Germania, con una bicicletta e un obiettivo: conoscere il mondo con i propri mezzi. Aveva 22 anni quando salutò la sua famiglia e rinunciò alla routine per intraprendere un viaggio senza precedenti. Il viaggio iniziò senza una data di ritorno e con risorse limitate.
Un viaggio lungo una vita: Heinz Stücke ha girato il mondo in bicicletta per mezzo secolo

Lo scopo principale era quello divisitare diversi paesi e registri culturali, senza una pianificazione rigida. Nel corso di oltre cinque decenni, Stücke ha consolidato la sua reputazione come il più grande cicloturista della storia e ha accumulato un record difficile da eguagliare.
Secondo il quotidiano tedesco Westfalen-Blatt, Stücke non si è posto alcun limite. In 51 anni ha percorso 648.000 chilometri visitando 196 paesi. Ciò equivale a fare più di 16 volte il giro del mondo lungo l’equatore.
La sua bicicletta è diventata un’estensione del suo corpo e le sue borse hanno conservato per anni gli oggetti più essenziali, dato che ha sempre mostrato una preferenza per i modelli semplici, affidandosi più al proprio ingegno che alla tecnologia.
Ha richiesto visti, ottenuto permessi e superato controlli in paesi con contesti politici complessi, anche in zone di conflitto o ad accesso limitato. La sua presenza in tutti i continenti lo ha consolidato come una leggenda contemporanea.
Secondo El País, Heinz Stücke non ha limitato la sua esperienza alla geografia. Ha affrontato innumerevoli sfide personali e fisiche. Ha avuto gravi incidenti nel deserto di Atacama e in Iran, ha sofferto di focolai di malattie come la dissenteria, ha subito furti in diversi luoghi e ha subito la violenza delle autorità in Egitto e Camerun. In Zambia e Haiti ha subito tentativi di linciaggio e in Canada è stato investito.
I suoi racconti documentano situazioni di rischio che la maggior parte dei viaggiatori non affronta mai. Le avversità, lungi dal paralizzarlo, hanno rafforzato la sua determinazione a continuare. Oltre alle sfide fisiche e sociali, Stücke ha accumulato esperienze culturali inestimabili.
Durante la sua permanenza in Africa, ha attraversato zone con controlli militari e guerre civili. A quel tempo, pochi turisti si avvicinavano a quei territori. Ha anche partecipato a eventi storici come la Coppa del Mondo di calcio in Messico nel 1970, dove ha incontrato Pelé.
Ha cercato l’oro nella foresta amazzonica ed è entrato più volte in Cina, un paese che lo ha sempre affascinato per le sue tradizioni e peculiarità. L’apertura e l’ospitalità delle comunità hanno spesso compensato le difficoltà.
Secondo il Westfalen-Blatt, l’obiettivo iniziale di Stücke sarebbe durato solo due anni. Aveva in programma di pedalare fino alle Olimpiadi di Tokyo prima di mettere su famiglia. Tuttavia, una volta partito, il concetto di limite perse di significato.
Il viaggio come significato: la filosofia di vita di un uomo che non riusciva a fermarsi

Decise di ampliare sempre di più i confini della sua sfida. I decenni passarono e il ritorno fu rimandato. Quando gli abitanti di Hövelhof potevano accedere a immagini esotiche solo attraverso schermi in bianco e nero, Heinz viveva queste realtà in prima persona.
Le sue esperienze non rimasero nell’anonimato, fin dall’inizio finanziò il suo stile di vita attraverso la pubblicazione di cronache e fotografie sulla stampa internazionale. In questo modo ha raccolto più di 100.000 diapositive, migliaia di ritagli, biglietti aerei e oggetti che conserva ancora oggi.
Ha scritto nei suoi diari circa 18.000 pagine. L’insieme di questi documenti costituisce una testimonianza unica del mondo nella seconda metà del XX secolo e dell’inizio del XXI secolo.
L’impatto della storia trascende l’impresa fisica. Il Guinness dei primati lo ha riconosciuto come la persona che ha compiuto il viaggio in bicicletta più lungo di cui si abbia notizia. La sua figura ha influenzato comunità di viaggiatori, sportivi ed esploratori. L’iniziativa di registrare ogni passo dimostra una vocazione alla divulgazione e la volontà di condividere la propria prospettiva.
Nel 2014, all’età di 73 anni, Stücke ha scelto di tornare a Hövelhof. Lì, secondo il Westfalen-Blatt, ha dedicato il suo tempo a organizzare le decine di migliaia di oggetti e ricordi raccolti lungo il percorso.
La dimensione del suo archivio ha motivato la creazione di un libro di saggi e di un documentario intitolato L’uomo che voleva vedere tutto. Ciò ha dato impulso all’idea di creare un museo nella sua città natale. Un’iniziativa che, attualmente, riunisce persone interessate a osservare ricordi, oggetti e fotografie nella sua stessa casa, a Stücke.
Il recente passato lo ha messo nuovamente alla prova. Durante la pandemia di COVID-19 ha trascorso il confinamento nella sua casa di Hövelhof a causa di un infortunio all’anca.
Questo ostacolo non ha diminuito il suo interesse a condividere esperienze. Ha progettato una mostra con i materiali più importanti dei suoi viaggi e ha continuato a rimanere in contatto con studiosi e registi.
La figura di Heinz Stücke trasmette valori chiari. La sua storia dimostra che la curiosità, la perseveranza e il coraggio aprono porte che altri possono solo sognare. Non ha mai formato una famiglia né cercato la stabilità tradizionale, ma la sua eredità è riconosciuta a livello internazionale: le comunità di cicloturisti lo citano come un punto di riferimento.
Allo stesso modo, diverse generazioni lo consultano per conoscere culture diverse e comprendere la portata di un viaggio senza scadenze né confini.
Secondo la testimonianza dei suoi biografi, Stücke mantiene ancora oggi la sua curiosità e il suo atteggiamento riflessivo nei confronti delle decisioni prese. Non idealizza il suo percorso, ma non mette nemmeno in dubbio il significato delle sue imprese. Ogni cicatrice e ogni pagina scritta costituiscono parte di un apprendimento al di fuori dello schema convenzionale.
L’apertura di un museo dedicato ai suoi viaggi e gli omaggi pubblici in Germania ribadiscono il rispetto che la sua storia suscita. L’esperienza di Heinz Stücke offre una visione unica sull’esplorazione, la resistenza e il legame umano con il movimento e la curiosità.
