La leggendaria Troia, con le sue mura inespugnabili, le cui rovine si trovano nell’attuale città turca di Çanakkale, è stata per secoli fonte inesauribile di storie e leggende immortalate da Omero nell’Iliade. Questo celebre poema epico narra la storia del rapimento della bella Elena da parte del principe troiano Paride, evento che diede origine alla famosa guerra di Troia, un conflitto mitico che ha affascinato sia i ricercatori che gli amanti dell’archeologia e dei miti per oltre due millenni.
Potere e raffinatezza

I successivi scavi effettuati finora nel sito, sulla collina di Hissarlik, hanno permesso di identificare almeno nove strati principali di insediamenti, che vanno dall’età del bronzo antico al periodo bizantino. Anche gli ultimi scavi, condotti da un team di archeologi turchi, si sono rivelati molto fruttuosi, poiché hanno portato alla luce una bellissima spilla d’oro con motivi a spirale, oltre a una singolare pietra di giada e una spilla di bronzo, tutti risalenti alla prima età del bronzo (circa 2.500 a.C.).
Questi splendidi oggetti sono stati rinvenuti a Troia (dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO) nell’ambito del progetto “Patrimonio per il Futuro”, sponsorizzato dal Ministero della Cultura e del Turismo turco, il cui obiettivo è preservare e diffondere il patrimonio culturale dell’Anatolia. Per quanto riguarda la spilla d’oro, forse il pezzo più importante, i ricercatori ritengono che rappresenti un simbolo di potere sociale e prestigio e la considerano uno degli oggetti meglio conservati di questo tipo, di cui ne esistono solo due esemplari al mondo.
“La spilla è stata scoperta negli strati stratigrafici di Troia II, una fase di insediamento la cui datazione è stata a lungo dibattuta, anche se riteniamo che sia iniziata intorno al 2300-2200 a.C. o prima. La spilla data in modo conclusivo questo orizzonte culturale intorno al 2500 a.C., risolvendo decenni di incertezza cronologica e fornendo un punto fisso per la cronologia dell’età del bronzo della città”, hanno affermato i ricercatori.
Oltre alla spilla d’oro, gli archeologi hanno sottolineato, per la sua rarità, il ritrovamento di un frammento di giada, una pietra semipreziosa che nel mondo antico era associata alle élite e aveva anche un uso rituale. Questa pietra potrebbe aver fatto parte di un anello o di un ciondolo, il che confermerebbe che Troia era in passato un importante centro di commercio a lunga distanza e anche di consumo di beni di lusso.
“Il ritrovamento della giada conferma l’amore per il lusso e la raffinatezza degli abitanti di Troia, nonché i loro legami con i più ampi sistemi culturali ed economici dell’età del bronzo antico. Rappresenta una testimonianza eccezionale di come i troiani incorporassero materiali esotici e preziosi nella loro vita quotidiana e cerimoniale”, concludono gli autori della scoperta.
Tutti questi tesori saranno presto esposti al Museo di Troia, a Çanakkale. Inaugurato nel 2018, il museo è interamente dedicato alla storia di Troia ed espone migliaia di oggetti che sono stati rinvenuti durante i successivi scavi.
Secondo i responsabili, si tratta di uno spazio che offre un’opportunità unica per contemplare alcuni degli oggetti che hanno plasmato la civiltà umana primitiva.
Per quanto riguarda l’importanza della recente scoperta, Mehmet Nuri Ersoy, ministro della Cultura turco, ritiene che “questo ritrovamento sia una delle scoperte più importanti degli ultimi cento anni effettuate nella leggendaria città di Troia”, conclude.
