Per milioni di anni, la Terra ha mantenuto un delicato equilibrio, un’oscillazione di energie tra nord e sud, tra il calore assorbito e quello restituito allo spazio. Tuttavia, recenti dati ottenuti dalla NASA tramite osservazioni satellitari suggeriscono che qualcosa sta cambiando profondamente. Dal 2000, e in modo più evidente dal 2020, l’emisfero nord del pianeta sta assorbendo più radiazione solare di quanta ne emetta, in contrasto con l’emisfero sud, che mantiene una tendenza più stabile. Questa rottura nella simmetria dell’albedo (la capacità della superficie terrestre di riflettere la luce solare) potrebbe avere implicazioni di vasta portata per il sistema climatico globale. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), si basa su 24 anni di dati del sistema CERES (Clouds and the Earth’s Radiant Energy System). La causa? Una combinazione di fattori: aerosol industriali, cambiamenti nel vapore acqueo, alterazioni nell’uso del suolo e una distribuzione irregolare delle nuvole.
L’asimmetria

L’idea di una simmetria emisferica nell’albedo ha affascinato gli scienziati sin dai primi dati satellitari raccolti negli anni ’70. Nonostante le rilevanti differenze geografiche (più terra e popolazione al nord, più oceani al sud), entrambi gli emisferi riflettevano quasi la stessa quantità di radiazione solare. Si presumeva che le nuvole svolgessero un ruolo compensatorio fondamentale, bilanciando gli effetti degli aerosol, delle masse continentali e delle variazioni di temperatura. Ma questo equilibrio sembra stia cedendo.
Secondo lo studio, mentre entrambi gli emisferi si stanno “oscurando”, ovvero assorbendo più energia solare rispetto al passato, il nord lo sta facendo a un ritmo più rapido. Questo oscuramento diseguale rompe uno dei presupposti fondamentali del sistema climatico: che le nuvole e altri meccanismi compensatori mantenessero la simmetria globale della radiazione. Di conseguenza, le circolazioni atmosferiche e oceaniche, che dipendono da questa distribuzione di energia, potrebbero essere costrette a riadattarsi.
Si osservano già segni di tali riadattamenti. Ricerche parallele hanno registrato cambiamenti nei modelli di precipitazione, un rallentamento del grande nastro trasportatore oceanico (la circolazione termoalina) e uno spostamento verso nord della Zona di Convergenza Intertropicale, una regione chiave dove si incontrano gli alisei di entrambi gli emisferi. Ciò non solo implica un cambiamento climatico globale più profondo, ma anticipa anche alterazioni regionali con un impatto diretto su milioni di vite umane.
Qual è la causa?

Lo studio incorpora un’analisi della perturbazione radiativa parziale (Partial Radiative Perturbation) per identificare i componenti che influenzano maggiormente questa nuova asimmetria. Gli aerosol, in particolare quelli industriali dell’emisfero settentrionale, sono tra i principali responsabili. Questi inquinanti influenzano non solo direttamente l’albedo, ma anche il comportamento delle nuvole. Con la diminuzione della quantità di aerosol in alcune regioni (ad esempio, grazie alle politiche per l’aria pulita in Europa), la riflessione solare diminuisce, consentendo un maggiore assorbimento di energia.
Il fenomeno solleva anche una domanda più importante: il sistema climatico può adattarsi da solo a questo nuovo squilibrio? Modelli idealizzati prevedono che, nel tempo, le nuvole potrebbero tornare ad agire come agenti stabilizzatori, ridistribuendo la loro copertura per ristabilire una certa simmetria. Ma c’è anche la possibilità che il sistema entri in un nuovo stato di equilibrio, più caldo, più instabile e profondamente diverso da quello che abbiamo conosciuto per secoli.
Vista dallo spazio, la Terra sembra immobile, in un equilibrio eterno. Ma al suo interno, nell’interazione tra atmosfera e oceano, nella danza delle nuvole e dei raggi solari, si stanno verificando mutazioni silenziose. Alcune sono appena percettibili, altre, come questa rottura nella simmetria dell’albedo, potrebbero essere il preludio a un cambiamento climatico più radicale di quanto immaginato.
