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Imprenditori minerari presentano denuncia per prevaricazione nel conflitto per il giacimento aurifero

Una coppia di imprenditori ha presentato una denuncia per presunto reato di prevaricazione contro l’avvocato Francisco Varela, dello studio BSVV, e alcuni dirigenti dell’azienda australiana Tesoro. Lo studio ha negato le accuse e denunciato una “strumentalizzazione intimidatoria”.

In questo Paese è stata presentata una denuncia penale per frode per centinaia di milioni di dollari nel settore minerario

La scorsa settimana, la coppia composta da Eva Goldsmith e José Agustín Bahamondes, piccoli imprenditori minerari, ha presentato una denuncia per presunto reato di prevaricazione contro l’avvocato Francisco Varela, socio dello studio Barros Silva Varela & Vigil (BSVV); Zeffron Reeves e Sergio Uribe, fondatore della società mineraria australiana Tesoro Gold e country manager della società in Cile, rispettivamente.

All’origine della controversia vi è la presunta “espropriazione” di un giacimento aurifero nella regione di Atacama. Secondo l’azione penale, intentata dinanzi al Quarto Tribunale di Garanzia di Santiago, tale bene sarebbe stato ceduto alla società australiana attraverso un complesso schema di successive capitalizzazioni che hanno finito per diluire la partecipazione dei proprietari originari.

Il conflitto ha altri fronti in una lunga vicenda che si trascina da anni e che è stata discussa in diversi tribunali. Ne è un esempio il fatto che nel luglio di quest’anno, dopo sei anni di contenzioso, la coppia ha subito una battuta d’arresto in sede civile. Il giudice Mindy Villar, del 7° Tribunale Civile di Santiago, ha respinto la richiesta dei minatori che denunciavano una “grave diluizione”. La sentenza ha respinto la richiesta di risarcimento di 16,52 miliardi di pesos in un processo per i presunti danni subiti.

La querela descrive che i fatti risalgono al 2017, quando Bahamondes e Goldsmith firmarono un contratto di opzione di acquisto con Tesoro Mining Chile SpA (allora nota come Stockholm Mining Chile SpA), rappresentata da Sergio Uribe. L’accordo prevedeva che la società australiana avrebbe finanziato lo sviluppo del progetto minerario “El Zorro” (precedentemente denominato “Mina La Coqueta”), in cambio dell’acquisizione fino all’80% della proprietà, a condizione che fossero rispettate quattro fasi di investimento e pagamento.

La denuncia sostiene che l’avvocato Varela, nel suo ruolo di consulente di fiducia e rappresentante legale di entrambe le parti, abbia violato i suoi doveri fiduciari. Anziché tutelare gli interessi dei suoi clienti (Bahamondes, Goldsmith e la loro società Wanaco SpA), avrebbe agito in collusione con i dirigenti di Tesoro per elaborare e attuare un piano che ha consentito alla società mineraria australiana di aumentare la propria partecipazione azionaria in modo fraudolento, si legge nel testo.

“L’intervento di Francisco Varela in questo caso ha violato apertamente le aspettative di lealtà di questa parte e ha persino costituito una flagrante violazione di diversi principi e doveri di natura deontologica sanciti dal Codice di Etica Professionale dell’Ordine degli Avvocati del Cile, un corpus normativo che ha rilevanza probatoria per stabilire quale sia la lex artis in materia”, afferma l’azione penale patrocinata da Cristophe Giroux, Josefina Gutiérrez e Roxana Sánchez, dello studio legale Giroux Vial Abogados.

Secondo l’azione penale, la proprietà mineraria in questione ha un valore stimato tra 552 e 736 milioni di dollari, importo che i querelanti ritengono a rischio a causa delle azioni fraudolente dei convenuti.

Dichiarazione

Interpellato lo studio Barros Silva Varela & Vigil ha dichiarato: “Neghiamo totalmente e categoricamente le false accuse che, in modo inaudito, si intendono imputare nella denuncia a uno dei nostri soci, trattandosi di una nuova azione infondata e totalmente falsa”.

“La presentazione di questa denuncia si inserisce nel contesto di un conflitto giudiziario commerciale iniziato più di cinque anni fa con uno dei clienti dello studio e non è altro che un nuovo strumentalizzazione del sistema penale per esercitare pressioni e tentare di ottenere pagamenti milionari – del tutto ingiustificati, tra l’altro – che non sono stati ottenuti nella sede giudiziaria competente”, ha aggiunto.

“Recentemente, il tribunale civile di primo grado ha respinto tutte le cause civili intentate dai querelanti, condannandoli anche al pagamento delle spese processuali, quindi evidentemente questa nuova denuncia è la conseguenza di ciò”.

“Deploriamo profondamente lo strumentalizzazione intimidatoria che viene fatta del nostro sistema penale e ci difenderemo con forza”, ha concluso.

Lealtà

Nella loro denuncia, i coniugi hanno affermato che Varela avrebbe violato i principi che devono guidare il rapporto tra avvocato e cliente, come stabilito dal Codice di Etica Professionale. In primo luogo, sottolineano che il giurista non ha agito con la dovuta lealtà nei confronti dei suoi clienti, poiché avrebbe ignorato i loro interessi e non avrebbe rispettato la loro autonomia decisionale.

D’altra parte, sottolineano che Varela ha violato il dovere di prevenzione, ovvero non ha adottato le misure necessarie per evitare possibili conflitti di interesse. Gli viene anche rimproverato di non aver adempiuto al dovere di informare i propri clienti, lasciandoli all’oscuro su questioni chiave del caso.

Secondo la denuncia, Varela avrebbe violato le norme sui conflitti di interesse, poiché la sua azione ha favorito altri interessi invece di quelli di Bahamondes e Goldsmith, oltre a creare problemi con altri clienti che rappresentava.

Per la coppia, tutte le azioni dei convenuti facevano parte di un “piano” per privarli delle loro concessioni minerarie. In questo “piano”, era fondamentale creare una falsa “aspettativa di lealtà” da parte di Francisco Varela, che avrebbe violato i suoi doveri professionali. Questo schema è stato attuato in modo continuativo, a partire dai primi momenti del rapporto fino almeno al 2023 e persino al 2025, quando è avvenuta l’ultima sottoscrizione di azioni.

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