Dopo oltre dodici anni di ricerche sulla felicità e sulla natura umana, un’eminente personalità dedicata a questo campo ha raccolto quelli che definisce i suoi “Segreti dell’età adulta”: semplici insegnamenti che, nel tempo, sono diventati linee guida per vivere in modo più pieno e sicuro. Come spiega, molte di queste lezioni possono essere riassunte in brevi frasi in grado di provocare un cambiamento di prospettiva. Come ricorda un vecchio proverbio che lo ispira: “Quando l’allievo è pronto, arriva il maestro”. Per lui, la chiave sta nell’equilibrio: “Per essere più felici, bisogna avere compassione per se stessi e accettare i propri limiti, ma anche cercare di crescere e uscire dalla propria zona di comfort”.
Idee che fanno la differenza
Nelle sue riflessioni, l’autrice condivide esempi concreti:
- “Procrastinare il lavoro è spesso solo una ricerca inutile”. Può sembrare uno sforzo, ma se non avvicina agli obiettivi, è un modo per oziare.
- “La costanza conta più dell’intensità”: camminare venti minuti quasi tutti i giorni vale più di una passeggiata di un’ora una volta al mese.
- Come scrittore, ripete spesso a se stesso: “Se cerco di essere così delicato che nessuno possa obiettare alle mie parole, finirò per scrivere un testo monotono”.
- Di fronte al perfezionismo, consiglia di non abbassare gli standard, ma di “lavorare sull’ansia che lo provoca”.
- Sul riconoscimento: “Molte persone si sorprendono che i loro sforzi non vengano apprezzati, ma il problema è che nessuno sa cosa stanno facendo”.
- E ricorda che “evitando il fallimento evitiamo anche i rischi e le sfide che portano al successo”.
Una questione di prospettiva
La resistenza al cambiamento, dice, è sempre esistita. Basti ricordare che “la scrittura è stata denunciata per paura che indebolisse la memoria”, che “i viaggi in treno erano rifiutati perché si pensava che danneggiassero il cervello” o che “le cartoline erano criticate perché promuovevano la frivolezza”.
Il tempo e la natura personale
Confessa anche di essersi sentito sopraffatto per una settimana per aver ritardato una semplice e-mail che, alla fine, “ha richiesto solo venti secondi per essere scritta”.
E per quanto riguarda la produttività, insiste nell’accettare il modo di lavorare di ciascuno: “Invece di cercare di essere mattiniero, fai il lavoro più impegnativo alla fine della giornata, se è allora che rendi di più”. Lo stesso vale per gli stili: alcuni sono maratoneti che avanzano poco a poco; altri sono velocisti che danno il meglio sotto pressione. La conclusione è chiara: “Non lottare contro la tua natura, impara a lavorare con essa”.